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Moda e inquinamento: è tempo di ripensare al sistema

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Le nostre scelte di oggi definiscono il mondo di domani. Crediamo sia arrivato il momento di ripensare al modo in cui acquistiamo e consumiamo il nostro abbigliamento: l’inquinamento provocato dall’industria della moda danneggia la salute del pianeta e, di conseguenza, la nostra. Per questo in Candiani Denim abbiamo creato COREVA™, il primo denim elasticizzato compostabile al mondo.




Sovrapproduzione, fast fashion e impatto ambientale, i numeri che (forse) non conosci


Nell'industria della moda, c’è un serio problema di sovrapproduzione. La tendenza è stata accentuata dal diffondersi della fast fashion, che implica il continuo lancio di nuove collezioni a scapito di qualità e durata e ha un grave impatto ambientale. Secondo un rapporto del 2019 delle Nazioni Unite, la produzione di vestiti tra il 2000 e il 2014 è raddoppiata. Circa 25 miliardi di capi mai utilizzati finiscono però in discarica ogni anno.


I dati presenti sul sito del Parlamento europeo raccontano che nell’Unione europea la quantità di indumenti acquistati per persona è aumentata del 40% dal 1996. La conseguenza è un ciclo di vita dei capi più breve: ogni anno, i cittadini europei consumano quasi 26 kg di prodotti tessili e ne smaltiscono circa 11. L'87% dell’abbigliamento dismesso viene portato in discarica oppure incenerito.


Inoltre, il 71% degli indumenti prodotti contiene materiale sintetico. Mezzo milione di tonnellate di fibre sintetiche, che corrispondono a circa 50 miliardi di bottiglie di plastica, finiscono in mare annualmente e il 35% delle microplastiche primarie disperse nell’ambiente proviene proprio da capi di abbigliamento sintetici.


15 milioni di vestiti vengono portati ogni settimana al mercato di Kantamanto, in Ghana, Paese con solamente 30 milioni di abitanti. Nonostante commercianti e artigiani provino a dare una nuova vita a questi prodotti, l’upcycling è sempre più complesso a causa della grande quantità di merce gettata e della sua scarsa qualità. Circa il 40% dell’abbigliamento del mercato di Kantamanto finisce in discarica.


Nel deserto di Atacama crescono montagne di vestiti


Le immagini sconvolgenti delle montagne di vestiti nel deserto di Atacama, in Cile, ben rappresentano la sovrapproduzione, gli sprechi e l’inquinamento che caratterizzano l’industria della moda. Il Paese sudamericano si è specializzato nel commercio di indumenti usati che arrivano da Europa, Stati Uniti, Canada e Asia. Circa 59mila tonnellate di essi vengono portate ogni anno nel porto di Iquique, in modo che i capi possano essere acquistati dai commercianti per essere rivenduti negli altri Stati del Sudamerica o contrabbandati. Non tutti riescono però a trovare una seconda vita e circa 39mila tonnellate ogni anno vengono abbandonate nel deserto di Atacama. Spesso si tratta di indumenti in materiale non biodegradabile, in quanto contenente sostanze chimiche.


Il notevole aumento nella produzione di abbigliamento è stato possibile proprio grazie al massiccio utilizzo di fibre sintetiche ottenute lavorando i combustibili fossili. Queste fibre rilasciano però microplastiche non solamente alla fine del loro ciclo di vita, ma anche quando vengono indossate oppure lavate, contribuendo a inquinare l’ambiente, gli oceani e l’aria che respiriamo e finendo nel cibo che mangiamo. Anche i jeans contengono materiali sintetici e a base di petrolio, che impiegano centinaia di anni a decomporsi.




COREVA™, la moda circolare non è più un’utopia


COREVA™, il primo denim elasticizzato compostabile della storia, incarna il concetto di moda circolare: la natura crea i jeans e i jeans tornano alla natura. Le materie prime diventano tessuto che, una volta concluso il suo ciclo di vita, in meno di sei mesi si trasforma in compost e funge da fertilizzante per coltivare nuove materie prime.


In Candiani Denim, vogliamo eliminare gli sprechi, abbattere la sovrapproduzione e avere un impatto positivo sull’ambiente. Questa nuova tecnologia che abbiamo brevettato si basa sull’utilizzo di filati elastici ricavati dalla gomma naturale. Al contrario degli altri tessuti stretch, quindi, COREVA™ non rilascia alcuna microplastica durante il suo ciclo di vita.



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