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Candiani Custom, il progetto su misura contro l’inquinamento dell’industria della moda

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L’industria della moda è uno dei maggiori responsabili dell’inquinamento a livello mondiale. Candiani Custom vuole offrire una soluzione innovativa nel mondo denim per combatterlo, in un’ottica in cui non siano solo le aziende, ma anche i consumatori, a cambiare la propria mentalità per l’adozione di pratiche più sostenibili nella vita di tutti in giorni.


La moda è tra le industrie più inquinanti nel mondo


Tra le industrie più inquinanti a livello globale c’è sicuramente quella della moda. Alcune delle sue principali problematiche riguardano impatto ambientale, sovrapproduzione, fine vita dei capi, responsabilità sociale e trasparenza e tracciabilità.


L'impatto ambientale della moda e della fast fashion


L’impatto ambientale della moda, e in particolare della fast fashion, è decisamente alto. Le Nazioni Unite stimano che l’industria della moda provochi circa il 10% delle emissioni di gas serra globali, più del trasporto aereo e di quello marittimo internazionali combinati, e sia responsabile del 20% dello spreco di acqua nel mondo. Secondo uno studio pubblicato su Nature Reviews & Environment, il suo consumo di acqua annuale è pari a 79 trilioni di litri.


Il problema della sovrapproduzione


A inquinare non è solo il processo produttivo, ma anche la sovrapproduzione. Sempre secondo Nature Reviews & Environment, ogni anno il settore della moda produce più di 92 milioni di tonnellate di rifiuti. Molti brand decidono di bruciare i capi invenduti invece di metterli a disposizione dei clienti a prezzi scontati per motivi di posizionamento e per non svalutare la merce agli occhi dei consumatori.


Lo smaltimento degli abiti


Cosa succede invece quando si arriva allo smaltimento degli abiti? Una volta giunti alla fine del loro ciclo di vita, spesso i capi vengono bruciati oppure vanno a riempire le discariche o ancora vengono abbandonati in aree disabitate, come nel deserto di Atacama in Cile, dove ogni anno vengono lasciati 39mila tonnellate di abiti usati.


La Cbs ha invece portato all’attenzione del grande pubblico il caso del mercato di Kantamanto, ad Accra, in Ghana. Negli Stati Uniti, nell’arco di 30 anni gli acquisti di indumenti sono quintuplicati, ma ognuno di essi viene indossato in media solamente sette volte e poi buttato via. Spesso l’abbigliamento usato viene donato in beneficenza, ma non sempre esso è riutilizzabile o rivendibile. Così, ben 15 milioni di capi ogni settimana arrivano dai Paesi occidentali al mercato di Kantamanto, in una nazione che ha solo 30 milioni di abitanti. Commercianti e artigiani comprano e provano a dare una nuova vita a questa enorme quantità di prodotti, ma l’upcycling sta diventando sempre più difficile a causa della scarsa qualità della fast fashion e del numero di abiti gettati. Circa il 40% dell’abbigliamento arrivato in Ghana finisce così nelle discariche del Paese.


Lo sfruttamento del lavoro della moda


Lo sfruttamento del lavoro della moda è un problema di cui si è a conoscenza da decenni, accentuato dalla produzione di abiti economici e su larga scala. Molte aziende tendono a delocalizzare i propri processi in Paesi con costi più bassi e regolamentazioni più permissive, violando i diritti umani dei propri dipendenti e forzandoli a condizioni insalubri. Secondo un rapporto dell’Organizzazione internazionale del lavoro, più di 74 milioni di bambini sono costretti a lavorare in situazioni ad alto rischio, in quanto a contatto con macchinari pericolosi o sostanze dannose per la loro salute.


La mancanza di trasparenza e tracciabilità


Infine, l’industria della moda è caratterizzata da una generalizzata mancanza di trasparenza e tracciabilità. Il Fashion Transparency Index 2021, che considera 250 tra i maggiori marchi e rivenditori internazionali nel settore, ha dichiarato che il loro punteggio medio di trasparenza si attesta solamente al 23%, guardando alle emissioni di carbonio, ai rifiuti prodotti e al giusto trattamento dei lavoratori. Inoltre, molti protagonisti del mondo della moda sono a conoscenza dell’approccio utilizzato dai loro diretti fornitori, ma non sono consapevoli di ciò che succede lungo l’intera filiera di approvvigionamento.




Candiani Custom, i jeans di Candiani Denim su misura per te prodotti a Milano


Candiani Denim ha sviluppato a Milano il suo progetto Candiani Custom, specializzato nei jeans su misura, partendo da una semplice domanda: se siamo bravi a fare tessuti innovativi e sostenibili, come potremmo produrre un jeans finito?


Una volta identificate le principali problematiche legate alla produzione e al consumo dei capi di abbigliamento (impatto ambientale, sovrapproduzione, fine vita dei capi, responsabilità sociale e tracciabilità e trasparenza), abbiamo individuato delle soluzioni innovative per offrire ai consumatori un approccio alternativo all’acquisto di jeans. Per questo motivo abbiamo creato la prima micro-factory urbana specializzata nella produzione di jeans su misura utilizzando tessuti ecologici all’avanguardia e le migliori tecnologie dedicate alla manifattura tessile.

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