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Tutto quello che c’è da sapere sul cotone, parte 3: la differenza fatta dal seme del cotone e dal Paese di origine

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Ora sappiamo quali sono le pratiche agricole industriali convenzionali e quelle organiche e conosciamo i tipi di cotone attualmente più comuni sul mercato, ma la vera differenza inizia dal seme di cotone e da dove viene coltivato. Il terzo capitolo della nostra serie sul cotone sarà incentrato sulle tipologie di semi e sull’importanza della zona di coltivazione.


Quali tipi di semi di cotone esistono sul mercato?


Tre tipi di semi di cotone, e di semi in generali, esistono oggigiorno sul mercato:



Candiani Denim ha l’uso esclusivo del cotone Blue Seed


Candiani Denim ha l’utilizzo esclusivo del cotone Blue Seed, un esempio di seme ibrido che può essere coltivato tramite metodi agricoli convenzionali, organici o rigenerativi. È stato creato insieme a Gowan, che ha la sua proprietà e lo vende.


Il cotone Blue Seed produce fibre forti, setose e di alta qualità e offre un rendimento superiore del 20-30% rispetto ad altre varietà simili. Inoltre, la sua maggiore resistenza richiede il 15-20% in meno di acqua per la coltivazione e diminuisce la sua esposizione ai parassiti, riducendo l’applicazione di pesticidi almeno del 25%.


Il cotone Blue Seed è altamente tollerante alle malattie trasmesse dal suolo e, quindi, non richiede fungicidi o altri prodotti chimici. La sua crescita vigorosa rende necessari meno fertilizzanti a base di azoto. Allo stesso modo, la sua raccolta anticipata aiuta i coltivatori a prevenire le infestazioni da vermi rosa ed evita l'esposizione alle prime possibili precipitazioni autunnali.


Il cotone Blue Seed combina le varietà Upland e Pima, unendo la robustezza tipica della prima con la superiore qualità della seconda. Può così essere coltivato in diversi microclimi e rappresenta un'ottima scelta di rotazione per gli agricoltori che utilizzano pratiche agricole rigenerative.


Il cotone a fibra lunga, come il Pima, è tipico delle regioni aride e produce le fibre più fini e lisce per la produzione di prodotti premium. Il cotone Upland viene invece solitamente coltivato nelle zone più umide, ha una lunghezza della fibra medio-corta e viene utilizzato per realizzare denim e altri tessuti resistenti. La qualità del cotone 100% a fibra lunga andrebbe persa sul denim e non gli darebbe il suo aspetto caratteristico.




Dove avviene la coltivazione del cotone?


Oltre al tipo di seme e ai metodi utilizzati per coltivarlo, anche il luogo in cui il cotone cresce è di fondamentale importanza. La coltivazione del cotone avviene in 80 Paesi, in contesti molto differenti e con metodi diversi in ogni fase della sua filiera di approvvigionamento. Secondo il Dipartimento dell'agricoltura USA, i principali produttori sono India e Cina, che rappresentano il 45-50% della produzione mondiale, seguiti da USA, Brasile e Pakistan. Il Textile Exchange ha riferito che il cotone organico viene invece coltivato principalmente in India (51%), Cina (17%), Kirghizistan (10%), Turchia (10%) e Tagikistan (5%).


Al di fuori di Australia, Brasile, USA e alcuni posti in Argentina, Israele e Spagna, la maggior parte dei coltivatori di cotone sono ancora piccoli proprietari terrieri con campi grandi un ettaro o meno. È usanza comune mescolare il cotone di numerose piccole aziende agricole nella sgranatrice, rendendo la tracciabilità quasi impossibile.


A causa della sua filiera di approvvigionamento complessa e generalmente non trasparente, il cotone è vulnerabile alle differenze nelle tecniche agricole, al rispetto per i diritti dei lavoratori e all’uso di sostanze chimiche nocive. In alcuni Paesi, ci sono evidenze di lavoro forzato o di bambini o di frequenti pericoli per la sicurezza. Per esempio, in molte aree meno sviluppate la coltivazione viene tipicamente fatta a mano e i contadini possono quindi entrare direttamente in contatto con sostanze velenose, che li portano ad ammalarsi o morire.


Contro degli OGM


I Paesi con grandi aziende agricole industriali, come i già menzionati Australia, Brasile e USA, tendono a utilizzare per la maggior parte, o a volte esclusivamente, OGM. Oggigiorno, per esempio, solo due tipi di cotone sono coltivati negli USA: Upland e Pima. Tra i contro degli OGM, infatti, troviamo anche la riduzione della varietà genetica. Gli agricoltori hanno così una scarsa selezione da cui scegliere, in quanto solo pochi tipi di OGM sono attualmente disponibili e utilizzati.


Il problema è che gli OGM hanno preso il controllo del mercato. Nel 2018, il 94% del cotone proveniente dagli USA era geneticamente modificato. Inoltre, i parassiti e le erbacce si stanno dimostrando più furbi degli scienziati e non vengono fermati dalle modificazioni genetiche che vorrebbe proteggere il cotone da loro. Questa situazione porta alla necessità di reinventare continuamente nuove tipologie di cotone geneticamente modificato, mettendo gli agricoltori, che hanno acquistato un sistema costoso ma, alla fine, fallimentare, in una posizione di svantaggio.


Il fatto che le erbacce siano resistenti agli erbicidi significa che le sostanze tossiche vengono utilizzate nei campi anche se non sono efficaci. Uno degli ingredienti più comuni in questi composti è il glifosato, noto per avere un impatto negativo sulla salute del suolo e ritenuto cancerogeno per le persone.


Inizialmente presentati come un trionfo, gli OGM hanno quindi provato nel tempo di non essere questa meraviglia. I parassiti e le erbacce infestano comunque le piantagioni di cotone e gli agricoltori continuano ad affidarsi a erbicidi e pesticidi tossici per mantenere le loro colture in salute, a spese proprie, della biodiversità e dei terreni.


Cotone in Europa


Oltreoceano, la situazione è totalmente differente. Probabilmente molti ancora non lo sanno, ma il cotone viene coltivato anche in Europa, nel sud, dove c’è un clima arido adatto. I regolamenti dell’UE sull’uso delle sostanze chimiche e degli OGM sono tra i più stringenti al mondo. Questi ultimi sono quasi banditi, con poche piccole eccezioni in alcune aree di Spagna e Portogallo, dove viene coltivato il mais, in quanto i governi temono che gli OGM possano contaminare altre piante ed essere in qualche modo dannosi per le persone.


La politica agricola comune ha influenzato la legislazione dell’UE dal 1962, declinando gli obiettivi europei di stabilità sociale, ambientale ed economica alle aree agricole e rurali. Una sua nuova versione sarà adottata nel 2023 e si focalizzerà sull’equità dei redditi degli agricoltori, il cambiamento climatico, la cura dell’ambiente e il mantenimento della biodiversità.


Queste specifiche azioni hanno diminuito il consumo di acqua dell’UE del 12% tra il 2005 e il 2016. Si stima che il rischio derivante dall’uso dei pesticidi nella regione sia diminuito di circa il 17% rispetto alla media del periodo tra il 2011 e il 2013. Secondo l’Agenzia europea dell’ambiente, questi trend continueranno.


Candiani Denim ha deciso che approvvigionarsi il più possibile vicino a casa è la scelta più sicura per ridurre la complessità della fornitura di cotone, le emissioni e, di conseguenza, l’inquinamento atmosferico, così come il rischio di essere vittima di false informazioni sulla sostenibilità. Miriamo a far arrivare il 50% del cotone che usiamo (circa 5mila tonnellate) dalle aziende agricole organiche o rigenerative dell’UE entro la fine del 2025. La maggior parte sarà della nostra varietà Blue Seed.



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