La qualità del denim italiano è unica nel settore. L’antenato del denim moderno nacque a Genova 500 anni fa, e questo garantisce all’Italia secoli di storia e tradizione nella produzione del denim, che non hanno rivali. Candiani è l’unico produttore di denim rimasto in quest’area.
Storia del denim italiano
La storia del denim italiano ebbe inizio nel pieno Medioevo, quando i Catari arrivarono in Italia nel 1144 per scappare alle oppressioni in Francia e si stabilirono in città come Chieri e Milano. Essi portarono con sé la conoscenza della coltivazione del guado, una pianta usata per produrre un colore blu per tingere il fustagno, un tessuto resistente di cotone, canapa o lino. Diverse tipologie di fustagno erano prodotte in Europa, in particolare in Italia e Francia.
Chieri divenne un centro di produzione di fustagno tinto con il guado nel XV secolo. Il tessuto era, probabilmente, venduto ai marinai e ai lavoratori del porto di Genova. Quando Vasco da Gama aprì una nuova rotta per l’India nel 1498, l’indaco iniziò, però, a rimpiazzare il guado, in quanto diventò più semplice ed economico da importare. Inoltre, gli esperti si resero conto che l’indaco era migliore per tingere cotone e lino.
L’arte della tessitura era così popolare da attirare anche l’interesse di Leonardo da Vinci. Nel 1495, l’artista disegnò il primo telaio meccanico con navetta, ora contenuto a pagina 985 del Codice Atlantico. Esso divenne realtà nel 1733, quando John Kay brevettò la navetta volante durante la rivoluzione industriale.
Il denim italiano non è legato all’Inghilterra solo per l’invenzione del telaio a navetta. In precedenza, la città di Genova aveva iniziato a produrre il suo fustagno, popolare nel XVI secolo per i suoi filati in cotone, l’ordito tinto indaco, la trama bianca e un prezzo conveniente. Queste caratteristiche lo resero il vero antenato del denim contemporaneo. I marinai e i camalli, che già utilizzavano il fustagno per le vele e le coperture delle merci, iniziarono a indossare abiti in fustagno, che duravano a lungo e coprivano le macchie grazie al loro colore scuro.
Il porto di Genova era uno dei più grandi e più importanti al mondo in quel periodo. Da lì, partivano merci per tutta l’Europa, in particolare per Londra. Negli inventari inglesi, i tessuti erano spesso chiamati come la loro città di origine, ma questi nomi erano frequentemente storpiati. Di conseguenza, negli inventari dell’Inghilterra del XVI secolo, il fustagno genovese compare come geanes, jeane, jeanes e, infine, jeans.
Anche gli artisti utilizzavano il fustagno per le loro opere. Tra il 1538 e la fine del XVII secolo, un gruppo di artisti genovesi, tra cui Teramo Piaggio, dipinse i Teli della passione su uno sfondo blu per l’abbazia benedettina di San Nicolò del Boschetto. Questi teli raffigurano la passione di Cristo e si trovano ora nel Museo diocesano di Genova.
Inoltre, nel XVII secolo, un artista sconosciuto divenuto celebre come il Maestro della tela jeans dipinse una serie di scene di modesta vita quotidiana. Le sue figure indossano un tessuto blu che ricorda il denim contemporaneo, scolorito in alcuni punti. Un secolo dopo, vennero create delle statuine del presepe vestite con fustagno genovese, raffiguranti, in particolare, pastori e mendicanti.
Infine, anche Giuseppe Garibaldi indossò il fustagno genovese. I pantaloni da lui usati nel 1860 per sbarcare a Marsala e durante la guerra in Sicilia avevano il tipico stile dei marinai. Sono ora esposti al Museo centrale del Risorgimento di Roma e vennero creati 13 anni prima rispetto ai jeans brevettati da Jacob Davis e Levi Strauss negli Stati Uniti.
Gli standard di qualità del denim italiano
La produzione globale di denim si concentra, principalmente, in cinque Paesi: Bangladesh, Cina, India, Pakistan e Turchia. Il denim italiano ha, però, una tradizione secolare senza pari ed è rinomato per la sua eccellenza. L’artigianato italiano unisce tradizione, innovazione, passione e cura nel settore tessile e nella moda. Il nord dell’Italia ha un ricco patrimonio tessile, che spazia dalla lana di Biella alla seta di Como, fino alle fiorenti manifatture di Varese e Bergamo. Tecniche e conoscenze vengono trasmesse da una generazione all’altra, rendendo i prodotti realizzati in Italia autentici e intramontabili.
La qualità del denim italiano è garantita dal ricco patrimonio e dalla tradizione del nostro Paese nella produzione di denim. Essi assicurano una profonda comprensione del materiale e una meticolosa attenzione ai dettagli durante il processo di manifattura. Prediligiamo ingredienti di alta qualità e tecnologie all’avanguardia, che, quando unite all’abilità artigiana, hanno come risultato prodotti di qualità eccellente. Questa esperienza garantisce anche l’estetica autentica del denim italiano.
Inoltre, l’Italia è parte dell’Unione europea, che ha alcuni degli standard sociali e ambientali più severi nel settore tessile, come la sicurezza sul lavoro e l’uso di sostanze chimiche. Crediamo fermamente che l’alta qualità sia necessariamente connessa con la conformità a principi di sostenibilità e responsabilità. I prodotti di alta qualità non devono solo rispettare, ma anche proteggere attivamente ogni essere umano e vivente e il territorio interessato da produzione e consumo, incoraggiando un senso di responsabilità ed etica nel settore.
Il ruolo di Candiani nel denim italiano
Candiani si trova a Robecchetto con Induno, vicino a Milano e Genova e nel mezzo della fiorente area tessile del nord Italia. Siamo l’unico produttore di denim rimasto nel luogo di nascita di questo tessuto e ci impegniamo per preservare la tradizione della manifattura tessile italiana e il patrimonio del denim italiano, che combiniamo con le tecnologie e le tecniche più innovative e sostenibili.
Le nostre persone sono la risorsa più importante e di valore e fanno la differenza nel settore. La famiglia Candiani dirige l’azienda da quattro generazioni, che passano i valori di Made in Italy, innovazione e sostenibilità di padre in figlio. Anche altre famiglie fanno parte dell’azienda da generazioni e si trasmettono la passione e l’esperienza legate al patrimonio tessile italiano.
Inoltre, ci troviamo nel Parco del Ticino, la prima area naturale protetta creata in Italia, nel 1974. Questo territorio presenta una biodiversità unica ed ha, quindi, regole e restrizioni senza pari per regolare l’attività delle aziende. Da 50 anni, investiamo nei nostri processi di produzione per proteggere le persone e l’ambiente. Possiamo dire che la nostra transizione sostenibile è iniziata molto prima che diventasse una moda. Abbiamo anche adottato una serie di standard volontari per ridurre l’impatto del nostro business.
Infine, ci troviamo vicini a Milano, una delle capitali mondiali della moda. La città ha sempre influenzato lo stile e l’estetica dei nostri prodotti, in quanto collaboriamo con alcune delle case di moda più famose e con brand emergenti per sviluppare prodotti che seguano i loro bisogni e desideri. Lavorare con i più talentuosi stilisti richiede che la nostra offerta stilistica sia sempre un passo avanti, mantenendo un alto livello di qualità nel tempo. Questa necessità ha alimentato la nostra naturale inclinazione per l’innovazione nel corso degli anni, rendendoci rinomati e apprezzati nel settore del denim.